South Metal corporation
La società South Metal Corporation S.r.l., con sede a Manfredonia (FG), è stata costituita per l’implementazione e la gestione di un complesso industriale innovativo per il trattamento ed il recupero dei componenti a fine vita provenienti dalla rottamazione degli autoveicoli, da realizzarsi all’interno dell’area Ex Enichem, sita nel Comune di Monte Sant’Angelo (FG).
Il nostro stabilimento ha una superficie di 20.000 metri quadrati ed è finalizzato al trattamento e recupero di una serie di componenti ad alto contenuto metallico derivanti dagli autoveicoli, quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, i motori, i radiatori ed i cavi in rame.
Il complesso industriale si trova all’interno dell’area industriale “Ex Enichem”, in posizione prospiciente al porto industriale.
La posizione è stata scelta per le particolari convenienze logistiche relazionate al trasporto; infatti il volume dell’ “Input” da trattare, proveniente da tutta Italia, potrà entrare nello stabilimento tramite lo snodo stradale che si immette nella zona ASI. Vi è anche la possibilità di trasporto di ingenti quantitativi tramite l’impiego di navi cargo attraverso l’utilizzo del porto, il cui fondale misura 10 metri. La concorrenza di questi fattori consentirà una riduzione dei costi di trasporto e permetterà di ritirare i materiali anche dai paesi costieri con vocazione morfologico/territoriale conveniente: Ex Jugoslavia e centro Europa, ove allo stato attuale non esistono impianti di recupero e riciclaggio così avanzati.

Il complesso industriale è caratterizzato da una tecnologia meccanica “a freddo” a basso impatto ambientale. Non viene effettuato alcun ricorso alla combustione.
L’obiettivo imprenditoriale è in linea con le Raccomandazioni del “Libro Verde” della Comunità e del documento programmatico del Gruppo di progetto europeo denominato “End of life vehicles”, istituito nell’ambito della “Strategia sui flussi prioritari dei rifiuti”. L’obiettivo segue anche le linee guida del Ministero dell’Ambiente e del Territorio che, individuano nei rifiuti derivanti dalla demolizione dei veicoli rottamati, la necessità di attivare percorsi di “recupero”, disincentivando lo smaltimento finale in discarica.
L’impianto è per l’appunto progettato per la valorizzazione della “risorsa-rifiuto” e per il recupero dei differenti materiali in esso contenuti, nobilitando quelli a sicuro riutilizzo.
L’opificio si compone di tre linee industriali, indipendenti ma interconnesse tra di loro per formare un unico sistema volto al recupero di tutte le componenti metalliche (ferrose e non ferrose) contenute all’interno dei materiali in ingresso all’opificio:
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Linea “L1” per il trattamento e recupero dei cavi in rame
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Linea “L2” per il trattamento e recupero di una vasta gamma di rifiuti speciali non pericolosi
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Linea “L3” per il trattamento e recupero dei motori e radiatori.

L’industria automobilistica, per volumi e giro d’affari, rappresenta una delle più grandi entità esistenti al mondo.
Si osservi al riguardo che:
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la produzione automobilistica ha avuto costanti incrementi.
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I veicoli fuori uso (ELVs – end of life vehicles) rappresentano un flusso considerevole di rifiuti sia in termini quantitativi che qualitativi. Ogni anno in Europa sono prodotti sei milioni di veicoli fuori uso che corrispondono a circa 6 milioni di tonnellate di rifiuti.
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Ogni anno, in Italia i veicoli fuori uso sono circa un milione e centomila ed il parco circolante ammonta a circa 39.823.000 auto in circolazione, di cui quelle ibride ed elettriche rappresentano soltanto il 2,9% (nel 2020 era dell’1,5%), con le elettriche che si fermano allo 0,3%. Sono oltre 11.340.000 (pari al 28,5% del totale) le vetture circolanti con classe di emissioni “Euro 3” o inferiore, con circa 3.580.000 (pari al 9% del totale) addirittura con classe “Euro 0”. Anche considerando l’età media, quasi quattro auto su dieci (37%) hanno un’età superiore ai quindici anni (fonte ACI).
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Il nostro Paese ha, altresì, il primato europeo nel rapporto abitanti/autovetture.
Nonostante la grande importanza dell’industria automobilistica, le sfide da affrontare, rispetto all’impatto ambientale ed allo sfruttamento delle risorse economiche, sono ancora insolute. Le autovetture vengono infatti riciclate solo al 70% del loro peso totale. Gran parte dei motori e dei radiatori (oggetto del presente documento) non vengono riciclati nel nostro Paese, ma rivenduti in altri paesi, attraverso il mercato parallelo, con la conseguente perdita dei metalli in essi contenuti.